Itinerario di grandi suggestioni
naturalistiche e storiche. L’ambiente che
si attraversa alle pendici del Monte Fior è,
infatti, quanto di meglio possa offrire
l’Altopiano dei Sette Comuni. Grandiosi ambienti geologici,
con rocce calacaree levigate, fessurate,
solcate a crepacci, isolate e modellate in
mille forme diverse su cui sono impressi,
indelebili, gli stampi delle animali marini
che un tempo popolavano il mare che qui si
estendeva. E’, quindi, una vera e propria
“Città di roccia” dove hanno trovato
l’ambiente ideale per vivere piante
endemiche e nutrite colonie di marmotte.
Inoltre, tutta la zona del Monte Fior fu,
durante la Grande Guerra, teatro di cruenti
scontri tra le truppe italiane e quelle
bosniache che militavano nell’esercito
austroungarico. Segni evidentissimo di
questo sono le trincee del Monte Fior,
ancora ben conservate, e le innaturali
“buche” dovute alle bombe esplose che ancora
punteggiano molti prati. Da Gallio si risale
la Valle di Campomulo, arrivando al Rifugio
Campomulo, punto di partenza, in inverno,
delle
piste da sci di fondo. In
auto si continua sulla strada asfaltata che
risale con alcuni tornanti per popi
prendere, a destra, la strada per Marcesina.
Dopo un paio di chilometri si individua, a
destra, la strada per Malga Slapeur. Si
parcheggia l'auto e ci si incammina sulla
tranquilla pista di origine militare che si
dipana all'interno di grandi boschi di
abete. Trascurando le deviazioni a destra
per Le Melette si cammina per una quarantina
di minuti, giungendo a Bocchetta Slapeur e
al bivio per Casera Meletta. Si prosegue a
sinistra in direzione Malga Slapeur.
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