DATI
DELL'ITINERARIO |
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Piandelagotti (Centro fondo
Boscoreale) |
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27 km |
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900 m |
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7 ore |
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ottimo sci escursionista |
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1780 m |
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da dicembre a marzo |
CARTOGRAFIA |
Multigraphic
1:25.000 n.15/18 Appennino
Settentrionale |
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IN EVIDENZA |
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Boscoreale è uno dei centri fondo
più organizzati di tutto
l'Appennino, ottime piste
perfettamente battute per il
pattinato e per la tecnica classica,
tanti anelli di lunghezza e
difficoltà variabile. Il più lungo
di questi, ottenuto collegando più
piste, è descritto nel percorso
proposto, ricco di foto.
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IN EVIDENZA |
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Questo magnifico angolo di alto
Appennino, incluso nel Parco
Nazionale dell'Appennino
Tosco-emiliano, è interessato anche
da un percorso estivo in cui si
raggiunge la vetta del Monte Prado,
massima elevazione della Toscana.
Per leggere la descrizione e per
vedere le foto
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L'AUTORE |
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Ettore Grillo
è l'autore del percorso
proposto, studente in
medicina, marciatore di
livello nazionale,
appassionato di montagna,
cura per noi il
canale YouTube |
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Una traversata invernale dell'Alto
Appennino Emiliano: da Boscoreale
all'Abetina Reale e al Rifugio Battisti
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Dal passo delle radici, se si va a
sinistra, si può scendere, con belle e
scorrevoli stradelle innevate nel bosco di
faggi, fino al casone di Profecchia, altra
bella meta per un percorso appenninico
invernale (in questo caso l'itinerario
diviene di circa 19 km A/R). |
Se si continua sul percorso principale
si prende invece a destra, in direzione
Segherie dell'Abetina Reale, scendendo su
ampia pista che, per la su esposizione,
mantiene sempre un buon innevamento. la via
scende dolcemente e non presenta problemi a
percorrerla a buona velocità, specie se la
neve regge. |
Dopo circa 3 km di discesa dal Passo
delle Radici si arriva al Rifugio
Segherie dell'Abetina Reale (in genere
chiuso nel periodo invernale) che deve
il suo nome al fatto che prima qui vi
era
l'antica segheria idraulica costruita
alla fine del XV secolo dal Duca d’Este
per sfruttare la foresta a prevalenza di
faggio ed abete bianco, segheria rimasta
poi in funzione fino alla fine degli
anni ‘60. |
Dal rifugio, infatti, si entra nel
bosco misto di faggio ed abete, seguendo
lo stradello innevato per il Rifugio
Battisti e Civago. |
Si esce dal bosco quando si entra
negli aperti versanti che degradano dal
Monte Prado, versanti che, se fortemente
innevati, richiedono particolare
attenzione se ghiacciati, grande fatica
se tagliati in neve fresca. Ci si trova,
infatti, a oltre 1600 metri di quota e
quindi l'innevamento è notevole, a volte
anche all'inizio della primavera. |
Spesso si deve procedere su versanti
aperti completamente innevati, faticosi
ma paesaggisticamnete assai
gratificanti. |
Si passa quindi sotto il Monte Prado,
con i suoi ghiacciati versanti per
salire al Passo della Lama Lite. |
Qui si va a destra per poi
svoltare a sinistra e raggiungere il
Rifugio battisti, meta della lunga
escursione. In rifugio è spesso
aperto anche nel periodo invernale
(specie i fine settimana,
info@rifugio-battisti.it), ma
anche se è chiuso vi è il locale di
emergenza sempre aperto (informarsi
comunque preventivamente). Infatti
se si ha intenzione di dividere
l'itinerario in due giorni il
rifugio è sicuramente il punto si
sosta migliore per la notte
(meglio dire l'unico). Chi invece
vuole tornare indietro subito
ripercorre la via dell'andata
ripassando per le Segherie, salendo
per oltre 200 metri di quota al
Passo delle Forbici, poi al passo
Giovarello e quindi ... |
.... riscendendo dal passo per
tornare .... |
.... al Rifugio ;Maccheria quando
ormai cominciano a farsi avanti le ombre
della sera. Il percorso, però, è ormai
alla fine. Si ripercorre un tratto della
pista dell'andata e poi ci si tiene ai
bivi sempre dritti, in discesa
(trascurare a destra il raccordo battuto
per Il Passo delle Radici), scorrendo
velocemente aiutati dai binari che
riportano al centro fondo. |
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