DATI DELL'ITINERARIO

Fenils (Cesana Tor.)

12,7 km (solo salita)

1830 m

3 ore e 30 minuti (solo salita)

Impegnativo

3131 m

da giugno a ottobre

CARTOGRAFIA

Fraternali 1:25.000 Alta Valle Susa ....

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L'AUTORE

 

Ettore Grillo è l'autore del percorso proposto, studente in medicina, marciatore di livello nazionale, appassionato di montagna, cura per noi il canale YouTube

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La cronoscalata del Monte Chaberton, sulla via militare di Fenils una delle più dure salite per MTB delle Alpi

 

 
Eccezionale il colpo d'occhio a metà della salita per il Colle dello Chaberton, da dove si ha la possibilità di abbracciare con lo sguardo non solo un vastissimo panorama, ma anche buona parte della strada appena percorsa.
 

 
Si arriva così al Colle dello Chaberton, alto valico a 2671 m, dove si evita la mulattiera a destra che scende ripida verso Claviere (quest'ultima, se si vuole, potrebbe essere usata per la discesa: dopo un primo tratto molto ripido e tecnico ma quasi tutto pedalabile, la via si allarga e arriva sul fondovalle del Rio Secco raggiungendo Claviere e da qui, tramite la vecchia statale del Monginevro, si torna a Fenils). Proseguendo verso la vetta dello Chaberton si svolta a sinistra, percorrendo un breve tratto di crinale, per poi riprendere a salire lungo uno scosceso e sassoso versante dello Chaberton.
 

 
Qui cominciano ad apparire, in maniera molto più evidente, i resti dei reticolati. Visibile, lungo la salita, anche alcuni ruderi delle caserme utilizzate dalle truppe che presidiavano la vetta.
 

 
Veramente impressionante la quantità di filo spinato che si incontra. In pratica si può dire che tutto il versante che scende dallo Chaberton fino al Colle dello Chaberton era stato reso inaccessibile.
 

 
Lungo questo tratto si incontra il paracarro del Km 12 (circa 11 dalla partenza), mentre lo sguardo si allarga sulle innevate vette delle Alpi Francesi. I tornanti, però, non sono ancora finiti, anzi continuano frequenti e stretti, con pendenze che sfiorano il 20%. Con un ultimo sforzo per superare la rampa finale si accede infine ....
 

 
..... alla spianata vetta dello Chaberton, eccezionalmente panoramica su tutte le Alpi italo-francesi. La vetta dello Chaberton non ha più, dal 1898, la sua forma naturale. Qui, infatti, a 3130 metri di quota, fu costruito il più alto forte d’Europa spianando completamente la cima della montagna ed innalzando le otto torri cilindriche, ben visibili dal fondovalle, che, attualmente, costituiscono una sorta di vetta artificiale.
 

 
Il forte dello Chaberton non poté, però, mai dimostrare la sua eccezionale potenza di fuoco. Dopo essere rimasto inattivo per quasi mezzo secolo, divenne improvvisamente operativo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia. Ma l’artiglieria francese, che temeva l’azione distruttiva dei cannoni dello Chaberton, da anni aveva preparato le sue contromosse. Posizionando strategicamente due grossi mortai nel Vallone di Cervières colpì, nel giro di poche ore, sei delle otto torri del forte rendendolo, in pratica, inservibile. Finiva così ingloriosamente, almeno dal punto di vista militare, la grandiosa fortezza italiana.
 

 
Dopo una lunga e meritata sosta inizia la discesa, che si svolge sullo stesso percorso di salita. Dalla vetta dello Chaberton è visibile buona parte del percorso.
 

 
Nel primo tratto, fino al Colle dello Chaberton, la discesa non è agevole per via del ghiaino smosso. Sconsigliato tagliare i tornanti, sia per la ripidità sia perché, spesso, il sentiero che taglia i tornanti è percorso da escursionisti a piedi.
 

 
Dopo il Colle dello Chaberton la discesa può essere effettuata a maggior velocità perché i pericoli sono minori. Anche qui la difficoltà maggiore è da attribuire allo scivoloso fondo stradale.
 

 
Particolare attenzione in alcuni punti, specie quando si entra nel tratto del vallone caratterizzato da singolari guglie di roccia.
 

 
Qualche tornante può essere tagliato utilizzando ampi e collaudati sentieri.
 

 
Nessuna possibilità di variare il percorso nel tratto della Roccia Tagliata, visto già quanto è stretto e aereo il tracciato principale. Molto sassoso il tratto dei tornanti fino a Grancia Quagliet. Una volta superato il vallone del Rio Fenils i problemi della discesa sono finiti, e la via migliora e si allarga. Diviene anche meno pericolosa visto che si sviluppa in zona prative. E' questo, forse, il tratto più veloce che consente di tornare a Fenils (la discesa completa, in genere, può essere effettuata in poco più di 1 ora).
 
 

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