Il Labirinto del Latemar, dall'azzurro Lago di Carezza alle grigie guglie dolomitiche del Pulpito

Partenza  

Lago di Carezza (Karer See), Grand Hotel

  Riferimenti cartografici  

Lunghezza

12.5 km                        

 

Dislivello  

950 m                             

 

Tempo

4 ore                              

 

Difficoltà 

E (escursionistico)         

  Supporto cartaceo 

Tabacco 1:25.000 n.06 Val di Fassa

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Il percorso proposto è un'escursione tutta su sentieri segnalati e ben tracciati. Può essere percorsa a piedi da bambini di età superiore ai 7 anni. Qualche difficoltà nel trasportare bimbi piccoli nello zaino può insorgere nel Labirinto quando le rocce formano bassi tunnel o quando il sentiero supera qualche breve salto roccioso. Meta principale dell'itinerario è il grandioso Labirinto del Latemar. Un caotico ammasso di enormi pietre precipitate dalla Schenon del Latemar circa 200 anni fa, che distrussero parte della foresta di Carezza e riempirono il terzo Lago di Carezza. Tra i massi è stato approntato un sentiero che, zigzagando all’interno della frana, tra tunnel e facili salti rocciosi,  permette la completa visione di quella che fu considerata una delle più fragorose frane a memoria d’uomo.

 

Punto di partenza è il Lago di Carezza, raggiungibile da Nova Levante, in Val d'Ega, salendo verso il Passo Costalunga. Dal lago si prosegue ancora verso il Passo Costalunga (Karer Pass) fino a giungere al Gran Hotel Karer See. Qui si parcheggia e, a destra della strada, si prende la sterrata con segnavia n. 13-18. Poche decine di metri e si segue a destra il sentiero n. 18, una bella pista che si fa largo tra i colonnari abeti della Selva di Carezza. Il bosco si estende, quasi senza soluzione di continuità ....

 

 

.... fin sotto la bastionata rocciosa del Latemar. Raggiunto il bivio con il sentiero che giunge dal Passo Costalunga si va a destra (segnavia n. 21), mentre il bosco diviene sempre più rado. Rientrati nel bosco fitto si effettua un tratto in costa sotto rocce incombenti. Quindi si attraversa un torrente (trascurare a destra il sentiero che scende a Carezza) e poi si sale a sinistra, nel bosco ora meno fitto. Il sentiero segnalato taglia una pista più importante e prosegue senza grandi escursioni altimetriche fino a giungere ad una pista sterrata.

 

 

Qui si esce dal bosco e, andando a sinistra sulla sterrata, si è subito ad un edificio di utilizzo pastorale costruito sfruttando un grande masso. Si lascia ora la sterrata per seguire a sinistra il sentiero n. 20 per il Labirinto del Latemar. Questo, dopo un primo tratto nel prato, entra nel bosco procedendo verso est. Quando il bosco si fa più rado si è ormai all’inizio del Labirinto (1900 m)

 

 
In questo primo tratto il sentiero si limita a insinuarsi tra i grandi massi caduti dal Latemar.
 

 
In alcuni punti appare come la grande frana del Latemar abbia devastato il Bosco di Carezza.
 

 
Più avanti il tracciato si fa più complesso e spettacolare visto che per passare l’enorme sfasciume detritico si deve salire e scendere in continuazione cambiando, spesso, la propria direzione.
 

 
Non mancano tratti più tranquilli da dove ammirare la scogliera dolomitica del Latemar, con lo Schenon in bella evidenza.
 

 
Da non trascurare, comunque, gli spunti panoramici verso Carezza e verso il Catinaccio.
 

 
Lungo questo tratto vi sono anche alcuni passaggi “in galleria”, cosa che rende il percorso ancora più suggestivo.
 

 
La frana del Latemar è veramente caotica e, in alcuni punti, i massi caduti sono di dimensioni enormi.
 

 
Il Labirinto gioca molto sul contrasto cromatico tra il verde della rigogliosa foresta che si estende verso nord e il grigio e aspro paesaggio che si sta attraversando.
 

 
Bellissimi i punti dove, per superare enormi massi, sono state approntate delle scalette sfruttando proprio i massi della frana.
 

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