In mountain bike nel parco Paneveggio - Pale
di San Martino, tra il Cimon della Pala e il
Colbricon
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Partenza
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Lago di
Paneveggio
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Riferimenti
cartografici |
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Lunghezza
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34
km
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Dislivello
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1000
m
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Tempo
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3.30
ore
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Difficoltà
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M (media
difficoltà) |
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Supporto
cartaceo
Tabacco 1:25.000 n. 022 Pale di San
Martino |
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Centro
nevralgico del Parco Naturale di paneveggio
- Pale di San Martino è il Lago di Paneveggio (o di
Forte Buso), azzurro invaso artificiale che
si trova lungo la strada del Passo Rolle. Il
lago si è formato con l’innalzamento di una
diga alta oltre 100 metri e larga circa 250
metri. Al massimo contiene circa 30 milioni
di metri cubi di acqua ed è il bacino di
“testata” più importante degli impianti
idrogeologici del Cismòn: le sue acque sono
infatti tolte dalla Valle di Fiemme e
portate in Val Cismon tramite una galleria
lunga circa 12 Km che trafora l'estrema
parte orientale del Lagorai. Percorrendo la
statale del Passo Rolle si costeggia per un
lungo tratto il lago. Al termine di questo
una pista sterrata sulla destra consente di
scendere sulle sue sponde e lasciare l'auto
negli appositi parcheggi. |
Prima di iniziare a risalire la Val
Travignolo merita però percorrere le
sponde del lago su una bella e comoda
pista sterrata (strada forestele di
Ceremana) che offre grandi spunti
panoramici sull'invaso. Trascurata la
pista a sinistra per la Val Ceremana si
giunge .... |
.... nei pressi dell'alta diga che
ha sbarrato le acque del Travignolo
creando il Lago di Paneveggio e poi .... |
...... al
Palù dei Mugheri, uno degli ambienti più
rari del parco e di tutta la catena
alpina: una torbiera. Il nome deriva dal
fatto che questa singolare zona umida è
quasi completamente ricoperta dai pini
mughi, cosa del tutto particolare e, per
certi versi, eccezionale. La torbiera si
trova a quasi 1500 metri di quota e si è
formata sui depositi lasciati
dall’ultima grande glaciazione. Qui il
suolo, costantemente umido, non consente
la rapida decomposizione delle sostanze
organiche che, quindi si accumulano
rendendo più acido il terreno ed
impedendo ulteriormente l’attività dei decompositori. La sostanza organica
quindi si accumula dando origine alla
torba e creando un ambiente dove
crescono specie vegetali non
rintracciabili in queste zone montuose.
Dal Palù dei Mugheri si torna al
parcheggio e ora .... |
.... si risale la valle sulla Strada
Forestale Marciò, attraversando anche
alcuni lembi di lussureggiante foresta
di conifere. Giunti alla strada del
passo Rolle la si attraversa, si scende
a sinistra su questa per poche decine di
metri e poi, prima di attraversare il
Travignolo, si prende a destra una pista
forestale chiusa da sbarra (indicazioni
per Val Venegia e Iuribello). La
stradella poco dopo termina e si
prosegue su un'ampia traccia pedalabile
che si tiene nei pressi del corso
d'acqua. La via in alcuni punti si
restringe, si passano due ponticelli in
legno e si giunge ad un prato.
Attraversatolo, poco dopo si è alla
pista dove si va a sinistra
attraversando il Travignolo su ponte ed
arrivando alla stradella della Val
Venegia. |
La si prende a destra, in salita, e
poco dopo, sotto Malga Venegia, la valle
si apre offrendo un incredibile
spettacolo sull'ambiente montano
circostante. In particolare lo sguardo è
attirato dal Monte Mulaz, a sinistra, e
dalla Cima dei Focobon. |
Sulla pista si sale in tutta
tranquillità, trascurando il bivio
per Malga Venegia ed arrivando a
Malga Venegiota. Tutto il prato
della Val Venegia è intensamente
utilizzato per il pascolo bovino. |
Dopo Malga Venegiota la via piega
verso sud, cominciando ad attraversare
incoerenti ghiaioni che scendono dalle
vicine montagne dolomitiche. |
In particolare ora divengono
visibili due delle più importanti vette
delle Pale di San Martino, il Cimon
della Pala (3129 m) e la Cima della
Vezzana (3192 m). |
Nel momento in cui la stradella
inizia a salire con tornanti, un
cartello segnala che, a sinistra, si
possono raggiungere, a piedi, le
sorgenti del Travignolo. |
Da qui si ha un bel colpo
d'occhio sulle Pale e, in
particolare, sul Ghiacciaio del
Travignolo. Fino a questo punto il
percorso proposto non ha richiesto
grandi fatiche ne passaggi
impegnativi. E' quindi facile e
percorribile da chiunque ha un
minimo di allenamento e pratica di
MTB. Da qui in vanti il percorso è
invece riservato ai più allenati e,
nella discesa dal Lago di Colbricon,
a chi si sa muovere in mountain bike
su sentieri di montagna (la
descrizione continua a
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